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TESTIMONIAL

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domenica 6 luglio 2014

Racconto del viaggio e della vita durante il Mons Gibel 2014 per ADMO


Mons Gibel 2014 per ADMO



Finalmente, sono atterrato in Sicilia e, come speravo, il tempo è bello.
All'aeroporto trovo Rosario e Manuela ad attendermi, ci abbracciamo e ci dirigiamo verso casa. Lungo il tragitto facciamo sosta in una friggitoria ad assaggiare la specialità catanese: carne di cavallo, schiacciatine, polpette e un'ottima birra.

Mi portano a Mascalucia, nell'appartamentino mansardato di Rosario, è ormai notte, resto da solo e faccio la spola dalla camera al terrazzo perché l'Etna ha deciso di darmi il benvenuto con uno spettacolo pirotecnico meraviglioso.
Fontane di lava che illuminano il cielo e la colata verso la valle del Bove.

15 giugno

Dormo benissimo, il mattino faccio una colazione veloce ed esco prendendo la direzione verso Pedara dove alle dieci m'incontro con Alessandro, mio nipote, che si trova lì ospite di un amico.
Faccio una colazione (bis) a base di granita alla mandorla.
Arrivano Elena, SuperElena Cifali, la mia amica maratoneta insieme al figlio Luca... avevamo già programmato un pranzo a casa loro.


Stiamo insieme fino alle sedici, ci raccontiamo, ci parliamo finalmente dopo tanti mesi di amicizia virtuale, non è vero che Facebook sia solo un mondo finto, a volte le persone dietro a dei nickname sono vere e spesso migliori di come loro stessi si descrivono, Elena è esattamente come me la immaginavo: vera, trasparente, sincera, dolce e fortissima, un'atleta di razza.
Arriva Rosario, andiamo in una birreria di Nicolosi e li ritrovo Giuseppe, Daniele e Arturo, i miei amici dal primo Mons Gibel, quello del 2010... sono commosso e non riesco a trattenere le lacrime, forse perché sento che potrei non rivederli mai più.

16 giugno

Con Rosario arriviamo a Giardini Naxos... ci sono già tutti: Anna Maria Bonanno, la super presidentessa di ADMO Sicilia, Chiara Stella Vetromile la Presidente di ADMO Milazzo con suo marito Giorgio Maugeri, Atti Pop, Angelo Allegra, Carmen Triolo e il mio compagno di viaggio, l'unico che mi accompagnerà per tutto il tragitto: Emanule Nicastro, venuto appositamente dalla Germania portato alla partenza da Concetta, sua moglie che già conoscevo e con cui ho ballato a Capo Milazzo Villa Agnese l'anno scorso.
Facciamo le foto di rito, un'intervista da parte di una rete televisiva locale e accompagnati da Carmelo Magaraci, guida dell'Ente Parco Fluviale dell'Alcantara, iniziamo ufficialmente il viaggio.



Risaliamo il fiume Alcantara con Rosario, Atti Pop e Angelo poi loro tornano alla macchina e Carmelo, Emanuele ed io proseguiamo. Il sentiero è facile, si sviluppa sul lato catanese, guadiamo diverse volte a causa del livello del fiume ma è piacevole, il caldo comincia a farsi sentire. Alcuni turisti attrezzati con la muta fanno canioning, l'acqua dell'Alcantara è sempre gelida, in questo periodo è prodotta dallo scioglimento dei ghiacciai perenni che si trovano sotto le colate a quota due/tremila.

Arriviamo a Francavilla di Sicilia e Carmelo ci ospita in una sua casa dove riposiamo per la notte dopo un'ottima pizza consumata in paese.

17 giugno

Partiamo alle nove, dietro la nostra guida in questo verdissimo parco, attraversiamo vigneti, aranceti dove la gente è attivissima, chi da il verderame, altri mettono supporti per piante rampicanti che poi identifico in pomodori, zucche, fagioli, meloni.
Superiamo una serie di laghetti, le gurne. Al Mojo Alcantara entriamo nella ferrovia dismessa e ne percorriamo un lungo tratto fino alla periferia di Randazzo.
Chiamo al telefono Gaetano Longhitano, presidente del locale CAI, il tempo minaccia pioggia, io non sto bene, comincio a sentire qualche dolore all'addome, sono preoccupato...
Dormiamo in un B&B, il mattino successivo viene un infermiere a farmi il prelievo per l´emocromo: i valori stanno risalendo, ma mi sento molto debole.
Decidiamo di non salire sull´Etna e aspettiamo Concetta che ci viene a recuperare e ci porta a Catenanuova.


Essere a Catenanuova significa ritrovarsi nella Sicilia che amo, nella dimensione che la gente di città o ha dimenticato oppure non ha mai conosciuto. Immaginate le persone che escono da casa con una sedia e che si avviano verso altre persone, si siedono, si parlano, a volte anche in maniera che per chi transita e non ascolta potrà apparire folkloristica, chiassosa, alterata da improvvisi schiamazzi, risate, rimproveri... I bambini fanno parte di questo colorito aspetto della comunità frequentatrice degli angoli, dei cortili, a volte di semplici marciapiedi... ma è la vera essenza dell'antico comunicare, del tramandare usi e costumi dai più vecchi, spesso arricchiti dall'esperienza che trasmettono ai più giovani a volte attraverso i ricordi, gli aneddoti, i proverbi… l'educazione e la vera cultura, il rispetto e l'amore.
Sono stato seduto accanto a una di queste comunità, alla famiglia di Concetta: la sua mamma Vita, Graziella, Cristina e altre ragazze, bambini addormentati, ragazzini curiosi e attenti su ciò che dicevamo. Io mi sentivo accettato, uno di loro, il tempo è passato anche troppo in fretta, è stato bello, semplicemente bello.

22 giugno

Emanuele mi legge dentro... stamattina è uscito con questa proposta: andiamo a Gangi? Qui vive un mio carissimo amico: Totó Lovecchio, cantautore folk, la mia colonna sonora dello stupendo viaggio del 2008 dalla Liguria alla Sicilia, durato tre mesi, attraverso la cultura, i dialetti, i sapori, l´amore, gli imprevisti, il freddo, la fame, la fatica... la vita!
Ero arrivato da lui esausto, consumato, sfinito ma non vinto, avevo solo trecento chilometri da fare ma alle spalle c'erano due mesi e mezzo colmi di esperienza, amicizia e oltre mille chilometri già fatti.
Totó mi accolse come un vincitore quando ancora non avevo raggiunto l'obiettivo e me lo ritrovai a Erice con la sua chitarra e la sua canzone: “Camina camina“.
Siamo stati nel suo Agriturismo e abbiamo conosciuto sei palermitani: Antonio e Rosetta, Michele e Caterina, Andrea e Ivana.
E´stata una bellissima giornata. Al ritorno siamo passati da paesini straordinari: Troina, Cerami, Sperlinga, Gagliano, Nicosia, tutti arroccati in cima a speroni sui mille metri con l'Etna sempre al di sopra di tutti e il suo pennacchio di fumo.

24 giugno

Concetta ci porta fino alla fiumara, a pochi chilometri da Fondachelli Fantina, qui troviamo Antonino ad attenderci. I baci e gli abbracci e poi, salutata Concetta, saliamo sulla sua panda e in breve tempo, risalendo il letto del fiume arriviamo alla casa dei Pecurari di Emanuele.
Domenica, la mamma e Cateno, il fratello, una decina di cani, gatti, maiali, galli e galline, volpi che litigano… almeno così ci hanno detto i due fratelli quando noi chiedevamo cosa fossero quelle grida nel bosco… erano due maschi che litigavano a causa di una femmina… così va il mondo anche fra gli animali…



In pochi minuti Antonino ha cominciato a macellare un povero agnello davanti ai miei occhi umidi di tristezza, è stato acceso il fuoco e mentre Emanuele ed io ci sistemavamo in una stanzetta messa a disposizione per noi, il profumo della carne arrostita ci ha fatto capire che la cena era pronta.
Carne, verdure, formaggi, frutta e vino rigorosamente biologici, decisamente roba sanissima, gustosa, profumata dal sole qui abbondante.
Il sonno è stato spesso interrotto dalle grida delle volpi, dal canto dei galli appollaiati sui rami degli alberi, dal concerto dei numerosi cani alla luna.

25 giugno

Un caffè con latte appena munto, una ricotta al forno,  pane appena sfornato, marmellata e miele, una pastiglia di antidolorifici e, salutati gli ospiti, abbiamo preso la strada sterrata verso la “Cisternazza”.
E’ stato molto faticoso per me, mi mancava il fiato e il mio preziosissimo compagno, in silenzio, era sempre pronto a togliermi lo zaino in occasione dei tantissimi momenti in cui avevo bisogno di un poco di sosta.
Si è offerto più volte a caricare nel suo zaino qualcosa per alleggerirmi, ma io stoicamente mi sono sempre rifiutato sapendo che con il tempo mi sarei adattato al peso.
L’arrivo alla cisterna è stato emozionante e chiarificatore.
Proprio in quel punto Emanuele si era “staccato” dal resto del gruppo nel 2012, perdendosi e, non per caso, incontrando i suoi “pecurari”.
Abbiamo scattato delle foto e abbiamo ripreso il cammino finalmente su un sentiero che ben conoscevo essendoci passato la prima volta nel 2008 quando dalla Liguria in tre mesi ero arrivato fino a Erice.


Nel 2012 insieme con Emanuele e tanti altri amici eravamo partiti da Rometta Marea terminando il viaggio a Nicolosi, nel 2013 eravamo partiti da Terrasini, attraversato le Madonie, i Nebrodi e i Peloritani terminando il viaggio a Saponara.
Eravamo decisamente su una strada amica e per me questo tipo di strada è certamente il preferito: niente macchine, semafori, negozi… tutto è a portata di mano, tutto è a disposizione dei sensi, le necessità sono soddisfatte in maniera semplice e naturale, un panorama, il vento, la pioggia, il sole, la frutta spontanea, gli animali, i profumi, i rumori… tutto ti attraversa, tutto ti entra dentro e viene elaborato in voluttà, piacere infinito, pace e serenità.
La vera libertà si avverte nel preciso istante in cui il desiderio è immediatamente soddisfatto.
Qui, fra questa pace naturale, le aspirazioni sono semplici e subito appagate. Nella vita che ci è imposta dalla società civile che viviamo giorno dopo giorno, siamo distratti da necessità false che non escono dal cuore. Viviamo in relazione di ciò che sublimemente ci entra dentro, siamo continuamente manipolati e ci adattiamo ad una vita che non ci appartiene, recitiamo una parte di commedia di cui non conosciamo lo spartito, non sappiamo più chi siamo e neppure il perché del nostro comportamento.
Durante le ore di cammino abbiamo parlato di noi, della nostra vita, delle nostre “ragazze”, di come le abbiamo conosciute, conquistate…
Ci siamo finalmente aperti, senza prevaricazioni, senza voler dimostrare nient'altro che la vera essenza del nostro esistere, così, semplicemente per diventare squadra vincente, entrambi attenti alle necessità dell’altro.

Posto Leone

Posto Leone si trova nel Demanio Comunale di Santa Lucia del Mela. Qui vi è un’area molto accogliente al centro della quale è stata costruita una grande vasca e intorno, all’ombra di pini, castagni e querce, sono stati posti numerosi tavoli con panche di legno, altalene per bimbi,  punti cottura, una fontanella ed anche i servizi igienici.
Decidiamo subito dove piazzare la tenda e mentre Emanuele accende il fuoco per la cena io mi faccio una specie di doccia alla fontanella e lavo tutta la roba.
Ceniamo con un risotto liofilizzato al gusto degli asparagi, sulla confezione c’era scritto: Tempo di cottura 15 minuti… dopo mezz’ora i chicchi erano ancora al dente, decidiamo di metterci a mangiare e dopo poche cucchiaiate comincio a star male.
Ho sentito che il riso si era bloccato verso la parte bassa dell’esofago, in prossimità del Cardias, ho bevuto un sorso d’acqua per far scendere il riso ma il tappo restava lì… ho provato a rigettare, a saltare per smuovere questo blocco, saltavo e gridavo ed il povero Emanuele non sapeva cosa fare… finalmente fra salti e tentativi di vomitare ho sentito un rigurgito e…. mi sono liberato.
E’ stato molto doloroso ma da quella brutta esperienza ho capito che devo mangiare molto più lentamente e bere continuamente per far scendere il cibo.
Purtroppo questa è una delle conseguenze della chemioterapia, una minor produzione di saliva e quindi minor lubrificazione dell’esofago…
Ma torniamo al viaggio, alla parte più interessante della mia vita.
Dopo cena ci siamo abbandonati ai ricordi, abbiamo ripercorso i due Mons Gibel delle precedenti edizioni, ricordando i partecipanti:
La pazza Cheryl, americana/francese, Francesca e Carmelo, toscanacci con la "C" aspirata, Agostino, l’OMO della Garfagnana, il tenero Moreno, Paolo Miroddi che aveva male alla spalla.
Dormiamo abbastanza bene, la terra è dura anche se cerchi di renderla più morbida con materassini ed altri artifizi non sarà mai come un meraviglioso letto!

26 giugno

Partiamo all’alba in direzione del mio Pecuraru: Giovanni Ciulla.
E’ bello sapere esattamente dove ti trovi, così come ricordare di esserci passato altre volte, il cammino diventa semplice ed intuitivo, ci si può abbandonare alla distrazione delle immagini e dei pensieri, alle parole, ad un cammino meno attento alle coordinate ma più proiettato verso le semplici esigenze: odorare un fiore, scattare foto, non pensare, non guardare gli strumenti che ho sempre con me.
Porto sempre un Holter metabolico, il cardio frequenzimetro ed un GPS, posso verificare le calorie consumate, i passi, le ore di sonno, i Mets, il battito cardiaco, la pressione, la glicemia, la velocità, i dislivelli… durante questa tratta non ho mai guardato gli strumenti, in particolare sotto le piante di gelso bianco ci siamo fermati a mangiarne a centinaia… decisamente un frutto paradisiaco.
Arriviamo alla frazione San Cataldo e qui finalmente ritrovo Giovanni Ciulla il mio amico Pecuraru. Dopo una doccia ci ritroviamo di fronte ad un piatto di pasta fatta con pomodoro fresco, seguito da bistecchine di capretto (povera bestia) cotte sulla brace del camino e una bella insalata.
Pennichella su una sdraio, un buon caffè e poi… mondiali di calcio, tanto per restare informati.
Io a dormire nel letto grande con Giovanni ed Emanuele in un lettino.


27 giugno

Dopo una colazione a base di ricotta, marmellata e frutta, dopo aver abbracciato Giovanni, saliamo a Piano Margi e molto lentamente, sempre sulla strada militare, con panorami stupendi verso le Eolie, la Calabria e a sud verso un mare cobalto. Dopo circa sei ore arriviamo al Santuario della Madonna di Dinnamare dove troviamo un nonno che era salito fin li per pregare per la salute del nipotino affetto da una rara malattia, è stato molto commuovente condividere con lui quei momenti così intensi.


Salutato il nonno siamo scesi finalmente al Vivaio Ziriò, abbiamo preparato un letto di felci molto spesso su cui è stata messa la tenda e dopo una modestissima cena a base del solito risotto agli asparagi, mangiato con molta lentezza, ci siamo abbandonati fra le braccia del solito Morfeo.
E’ stata una notte di vento, pioggia e nebbia, il “materasso” di felci ha un poco attutito la durezza del suolo e, al mattino, poco dopo le sette siamo tornati verso il Santuario, ci siamo fermati in un punto panoramico ad aspettare l’orario previsto per l’incontro con gli amici di ADMO Milazzo.
Alle dieci e trenta abbia fatto l’arrivo ufficiale al Vivaio accolti con il doveroso applauso, gli abbracci e i baci da parte dei tantissimi amici che erano giunti da Messina, Milazzo, Catania e altre località: Tiziana, sua mamma Carmela e Mimmo, Atti Pop al secolo Carmelo Rannisi, Pippo, Anna Maria, Paolo e altri di cui non ricordo il nome.
Una bella cerimonia da parte di ADMO, medaglie, panini, bevande, fotografie, abbracci, baci e poi ancora abbracci… tanta commozione, tantissima gioia… è stato bello, veramente bello condividere tutto ciò con questi amici meravigliosi.
Come per le altre edizioni siamo scesi tutti insieme fino a Saponara dove chi era giunto in macchina ci attendeva, in un bel bar, con delle squisite granite al limone, alla mandorla e alla fragola…
La sera Emanuele ed io siamo stati ospitati nella bella casa di Chiara Stella e Giorgio, a Capo Milazzo, abbiamo cenato sulla terrazza con un panorama sui monti che avevamo attraversato, si vedevano tutte le cime, la Rocca di Novara di Sicilia, il monte Scuderi, il Vernà e imponente sopra tutti “a Muntagna”, con il suo pennacchio… l’Etna!


29 giugno

Fatti non foste a viver come bruti…

Tutt’altro, qui, fra questa gente, nella calda e spontanea ospitalità che ne fa un popolo esclusivo, chiunque si trovi ospitato avverte la piacevolissima sensazione di essere considerato una persona importante.
Capire e sentire che l’intera giornata sarà dedicata a te… è stato squisitamente piacevole.
Sono un malato di cancro, una persona debole, da proteggere, da guardare con aria triste, per percepire ogni mia debolezza, ogni sofferenza per porne l’immediato conforto con attenzione.
Loro, tuttavia, hanno di fronte un malato che non si comporta da persona fragile, ho continuato a fare ciò che prima facevo, ora c’è solo la consapevolezza del male ma lo spirito e i sogni restano sempre ogni mia priorità. Loro pur sapendo della mia malattia, mi vedono forte e deciso e allora, probabilmente, la loro dimostrazione di affetto e stima s’ingigantisce, portando ogni loro attenzione all’estremo.
Questa è stata l’atmosfera in cui mi sono trovato a casa di Chiara Stella e Giorgio, coccolato, curato, protetto, viziato, amorevolmente accolto fra loro con Emanuele, il mio prezioso compagno di viaggio.
E’ stato un soggiorno “in famiglia”, non posso aggiungere altro, ero con una sorella ed un fratello amici.
La sera c’è stata la conclusione del Mons Gibel 2014 per ADMO
Accade pertanto che una semplice serata di premiazione divenga un “Inno alla Gloria”, tutto e tutti erano rivolti alla mia persona, mi sentivo confuso, quasi non degno di così tanta considerazione.
La sera, una bellissima cena, con una partecipazione estesa ad amici e conoscenti, con tema Manfredi, Emanuele, Tiziana e ADMO, sotto un cielo tempestato di stelle, sulla penisola di Capo Milazzo… unica, irripetibile, magica, una serata che resterà sempre nel cuore.

Il gruppo del CAI di Randazzo

30 giugno

Lo zaino era già pronto, con Chiara Stella e Giorgio arriviamo al porto, alle 10,30 arrivano dall’isola di Vulcano mia figlia Barbara e la mia adorata nipotina Guya.
Abbracci e baci e poi, con un pullmino, arriviamo all’aeroporto di Catania, Barbara e Guya partono per tornare a casa ed io vengo raccolto da Orazio che mi porta a casa sua, a Gela.

Passare così, improvvisamente, da una famiglia ad un’altra, da un affetto nuovo, Chiara e Giorgio li ho conosciuti nel 2011, ad un’amicizia affettuosa che dura dal 1968, con Orazio ho trascorso tre anni di servizio militare in Sicilia.

E’ facile quando i rapporti sono consolidati, quando si è sinceri, sempre.
Resto a Gela fino al mattino del 3 luglio, poi, accompagnato dal mio amico torno a Catania dove prendo l’aereo per tornare a casa, fra gli ulivi… di fronte al mare.

Ricordi, immagini, voci, profumi e sapori m’avvolgono, starei ad occhi chiusi per cercare di rivivere ogni momento… ma non son fatto così.

Accendo il computer e scrivo:


Mons Gibel 2015 per ADMO
Staffetta natatoria delle sette isole Eolie



Perché i ricordi invecchiano e servono solo ad invecchiare ulteriormente, io ho altro da fare, il 10 luglio prossimo compirò solo 67 anni… e allora lasciamo da parte i ricordi, continuiamo a vivere!

domenica 9 marzo 2014

Mons Gibel 2014 per ADMO




MONS GIBEL 2014 PER ADMO





 
16/29 giugno 2014

Conferenze itineranti sul benessere del cammino,
sulla donazione del Midollo Osseo
 e/o delle cellule staminali emopoietiche.



Organizzazione GUYA TREKKING


PROGRAMMA


Itinerario:

Taormina - Randazzo - Alcara li Fusi - Floresta- Fondachelli
Fantina – PianoMargi - Posto Leoni - Vivaio Ziriò - Milazzo.


Per chi viene dal nord Italia arrivo a Catania, trasferimento con
mezzi pubblici a Taormina-Giardini Naxos.



16/6 - Partenza da Giardini Naxos verso foce dell'Alcantara, castello di Calatabiano, Mitoggio, SP81, Gole dell'Alcantara, sosta a Gravà.
17/6 - Gurne dell'Alcantara, Ponte San Nicola, Castiglione di Sicilia, Moio, Randazzo, presso il CAI.
18/6 – Randazzo, riposo.
19/6 - Monti Spagnoli, Grotta del Gelo.
22/6 – Floresta.
24/6 - Alcara li Fusi.
25/6 - Grotta del Lauro e Cascata del Catafurco, Fondachelli Fantina, sosta.
26/6 - Posto Leoni.
27/6 - Piano Margi.
28/6 - Vivaio Ziriò dove arriveremo molto stanchi, pernotteremo nel rifugio della Forestale.
29/6 – Milazzo.



Come l'anno scorso è richiesto un piccolo contributo di
€ 10,00 a favore di ADMO Sicilia, ecco le coordinate:


c/c 010/640012
Istituto S. Paolo . Ag. 2 Palermo
IBAN – IT71Z0306904616100000640012


Dall’estero:

BIC(SWIFT) BCITITMM602



  
Ogni partecipante dovrà essere autosufficiente, fornito di 
tenda, sacco a pelo,vestiario adeguato, scorta alimentare di 
prima necessità, boraccia, torcia elettrica e quant’altro per 
poter far fronte alle proprie esigenze personali.

L’adesione avverrà attraverso l’iscrizione sulla pagina dedicata di Facebook, all’indirizzo seguente:



All'arrivo a Randazzo faremo tappa alla sede del CAI da dove proseguiremo per delle escursioni sull'Etna.

Il giorno 22 o 23 saliremo fino a Floresta per poi raggiungere Alcara li Fusi dove il 24/6 parteciperemo alla festa dei "Muzzuni".

Il giorno 25 proseguiremo verso est per raggiungere il 28 il Vivaio Ziriò, dove sosteremo per la notte.

Il 29/6 a Milazzo avverrà la manifestazione di chiusura.

Vi sarà richiesto di rilasciare al capo gruppo una manleva per qualsiasi danno personale e/o verso terzi.

Si accettano solo persone maggiorenni.




Questa iniziativa non ha scopo di lucro né fini commerciali, si svolge ormai da anni nell’ottica della comunicazione e informazione volta a reperire nuovi possibili donatori e testimonial di ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo).






















sabato 3 agosto 2013

Il viaggio del Mons Gibel 2013





Siamo arrivati a Palermo il giorno 4. Il pomeriggio in giro per la città a cena nel Ristorante Club Rosanero (tutto buonissimo).
Il giorno 5 abbiamo fatto acquisti in un supermercato: minestre liofilizzate, frutta secca e altri prodotti necessari.
Alle 8,20 del giorno 6 luglio eravamo a Terrasini, finalmente, pronti a partire per questa edizione del Mons Gibel 2013.

Il Louge Restaurant "iClub"

A Cinisi è avvenuto l’incontro con un amico di ADMO Sicilia, una foto insieme e siamo partiti.
Manfredi Salemme, Hartmut Czepluch e Agostino Domenichelli

L'incontro con ADMO Sicilia a Cinisi

Saliamo la Montagna Longa e raggiungiamo Montelepre poi veniamo invitati a Sagana da un gruppo di allevatori, cacciatori che stavano pranzando all’ombra di un vecchio casale.

Insomma non potrei mai descrivere il chiasso, le grida, gli scherzi e l’ilarità del gruppo, noi siamo stati catturati da questa allegra compagnia… pensare che dopo il dolce ci siamo messi a “sucare” i babbaluci (piccole lumachine bianche). Vino bianco a volontà aromatizzato in una caraffa di pesche.

L’Azienda ospite è quella di Genovese, allevamento e carni di cinghiale.




Alla fine ci hanno accompagnati in una casa dove dopo la doccia ci siamo potuti riposare in comodi letti.

Il giorno 7, salutati i nostri ospiti, abbiamo ripreso il cammino, seguendo una vecchia traccia di un’antica ferrovia abbiamo superato Altofonte e siamo arrivati a Piana degli Albanesi dove ci siamo accampati nella zona attrezzata “OasiLago”.
Una famiglia gestisce questo spazio nella natura selvaggia, una bella famiglia che parla l’antico albanese, come del resto in tutto il paese, c'è qualcosa nell'aria che ti fa tornare indietro nel tempo, quando le nostre città erano abitate da nuclei familiari dove i vecchi ancora contavano qualcosa e potevano trasmettere ai giovani quei valori che nella nostra cultura lentamente vengono accantonati. 
Questo popolo discende dai rifugiati albanesi che dopo la scomparsa del loro eroe Scanderbeg, sempre vincitore contro gli innumerevoli tentativi turchi di occupare l’Albania, dovettero fuggire dalla loro terra e vennero accolti in Italia dove poterono ricominciare una nuova vita.

Queste sono parte delle “regole” del popolo albanese:

“La casa dell’albanese è di Dio e dell’ospite –
All’ospite si deve fare onore offrendogli il pane, il sale e il cuore –
Per un ospite molto caro occorre il tabacco, il caffè con zucchero, l’acquavite, la carne.”

Grazie a tutti, un particolare grazie a Massimo.




8 luglio, salutiamo la famiglia albanese e ci dirigiamo verso l’imponente massiccio della Rocca Busambra, verso il bosco Ficuzza. Arriviamo a Godrano e ci fermiamo in un bar per l’ennesima birra, quindi andiamo a riposarci per la notte nel B&B Il Gorgo del Drago.

9 luglio, in parte su vecchio percorso dell’antica ferrovia ma sempre su asfalto giungiamo a Ciminna, dove finalmente trovo e riabbraccio Franco, un mio amico dal lontano 2008.
Siamo ospiti a casa sua, pranziamo sulla terrazza e nel pomeriggio ci dedichiamo al piede di Hartmut, devastato da una vescica. Si decide di mandarlo a Gangi dove giungeremo fra tre giorni in modo da farlo guarire completamente.

Manfredi e Franco

10 luglio, il mio compleanno… 66 anni! Una giornata calda e noiosa un percorso anonimo ci fa giungere a Montemaggiore Belsito dove alloggiamo in un B&B, io e Agostino ci troviamo bene, in sintonia sia nel bere che nel mangiare.

11 luglio, asfalto sempre, ma la meta che speravo di raggiungere, che desideravo ardentemente è finalmente alla portata degli occhi… Il Vecchio Frantoio!
Ci arriviamo nel pomeriggio, si trova a Scillato,  in un contesto veramente unico, circondato da olivi secolari.




Agostino e Corrado

Qui ritrovo Gloria e Corrado, amici miei dal 2008, durante la mia “discesa” da nord a sud.
Ritrovo i figli un poco più grandi… sono passati cinque anni, ma ancora il ragazzino si ricorda di me!
Passo una bellissima serata in famiglia e il mattino successivo riprendiamo il cammino ben indirizzati verso l’alto, verso le Madonie, oltre 1500 metri di dislivello.

12 luglio, a forza di salire siamo finalmente giunti a Piano Battaglia, abbiamo pranzato al Rifuglio Merlino quindi siamo scesi a Petralia ed infine arriviamo a Gangi.


Hartmut, Totò, Angela, Agostino

13 luglio, sosta a Gangi dal mio carissimo amico Totò Lovecchio, la colonna sonora del mio Sentiero Italia dalla Liguria alla Sicilia, nel 2008.

Qui da Totò all'Agriturismo Capuano si sta veramente bene. C'è la tranquillità della campagna, i panorami ed i colori adatti e in linea con la terra che li racchiude.
Totò fa il cuoco, l'agricoltore, il cantautore... è l'anima vibrante di una Sicilia folk, troppo stretta per lui ma ha ali per volare: la sua musica, le sue canzoni... passiamo un pomeriggio ed una serata indimenticabili.
Abbiamo deciso che Hartmut deve ancora fare del riposo, ci raggiungerà a Randazzo, il piede non è ancora guarito del tutto, qui a Ganci farà il pieno di birra e deliziosi piatti cucinati da Totò.

14 luglio si sale verso i Nebrodi, incontriamo un cartello del Sentiero Italia che ci dovrebbe portare alla Portella dell'Obolo, proprio sulla Dorsale... ma... forse ci siamo distratti, forse un cartello è stato tolto e così ci ritroviamo a Capizzi, in un bar, a fare colazione dopo una notte passata in tenda. Ci dicono dove dirigerci e lo facciamo subito, prima che il sole salga alto nel cielo.
Raggiungiamo la Dorsale all'ora di pranzo del 15 luglio, ci facciamo un risottino, parliamo con degli escursionisti e finalmente raggiungiamo Villa Miraglia, ricordo nel 2008 che era funzionante, piena di gente... ora è chiusa, abbandonata... montiamo la tenda e dormiamo benissimo.





16 luglio, camminare sulla Dorsale dei Nebrodi è come trovarsi nelle grandi faggete del nord con la differenza che qui abbondano i maiali selvatici, tantissimi che non si spaventano della nostra presenza, Abbiamo anche una gradita sorpresa... ma la ricordavo! Un chiosco bar nel mezzo al nulla, creato per gli allevatori, dove ci possiamo dissetare e riposare qualche minuto. Ci fermiamo per la notte in una casa della forestale dove ci accampiamo, io riesco anche ad entrare nell'edificio e a fare un buon caffè!!!
Ci troviamo a Casa Cartorari.



 Zu Nino e l'Etna
Gaetano, Maurizio, Agostino e Antonino

17 luglio, abbiamo le ali ai piedi l'Etna ormai l'abbiamo a destra, imponente e bellissima ma abbiamo fretta di giungere a Floresta dove ci potremo incontrare con il CAI di Randazzo e così è avvenuto, al Bar i due Pioppi dove ricordavo di aver mangiato un ottimo gelato nel 2008.


Con Gaetano, Antonino e Maurizio passiamo qualche ora a Floresta, giocando al calciobalilla e poi con Antonino che ci fa da guida senza gli zaini affidati a Gaetano e Maurizio che li porteranno a Randazzo, scendiamo nella bellissima area di Santa Maria del Bosco con Zu Nino amico dei tantissimi addetti della forestale.
Giungiamo a Randazzo dove veniamo accompagnati nella sede del CAI.

La sera grandissima cena con gli amici Gaetano Longhitano, Maurizio Cullurà, Antonino Crastì, Carmelo Sgroi, Enzo Mannino, Gabriele Galvagno, Lisa (Gabbatisa) Romano, Carmelo (El Bagiante), Giorgia Licita, Enzo Galvagno... Fantastica serata!!!!

Si sono aggiunti Hartmut ed Emanuele Nicastro (era presente anche l'anno scorso al Mons Gibel 2012)


 La sede del CAI di Randazzo
 Giorgia

Agostino, Emanuele e Hartmut


18 luglio, arriva anche Paola Riolfi, una maratoneta conosciuta ad Affi (VR), durante il Festival del Cammino. Dormiamo tutti alla sede del CAI.

19 luglio, si parte per l'ascesa verso l'Etna. Saliamo dalla Cisternazza, accompagnati dagli amici del CAI che ci lasciano appena termina il bosco. Seguiamo gli ometti di pietra e in breve raggiungiamo la Grotta del Gelo, c'è un abbraccio emozionante fra me e Agostino sotto lo sguardo stupito di Hartmut, Paola invece capisce la nostra emozione e si commuove.
Montiamo le tende e preleviamo la neve dalla grotta per fare la cena (solito risotto liofilizzato). Una notte fredda ci fa capire che la prossima notte sarà molto dura... siamo altre i 2000 metri.




Accampati alla Grotta del Gelo


20 luglio, una diagonale verso la strada sterrata che percorrono i pulmann dei turisti e saliamo di quota, superiamo l'osservatorio allettati da una bella birra da bere al chiosco della Torre del Filosofo, al mio GPS vedo i 3100 metri, poi scendiamo fino a 2900, alla Torre del Filosofo ma... il chiosco è scomparso, bruciato dall'ultima eruzione... ci accontentiamo allora di mettere le tende in un punto dove il vento è meno forte, senza cenare, alle 21 siamo già nel sacco a pelo, Emanuele si mette insieme a noi, siamo in tre in una tenda da due, ma si sta molto meglio, prendiamo calore dal corpo del vicino.

21 luglio si scende verso Piano Provenzana senza Agostino e Emanuele che ci lasciano per impegni precedenti. Restiamo in tre, Paola è la più forte, è anche strafelice di trovarsi su questa magica montagna e ci trascina nel suo entusiasmo verso valle. Ci fermiamo a bere in un bar e poi scendiamo fino a raggiungere il rifugio Ragabo. Hartmut decide per la camera, Manfredi e Paola restano in tenda.


22 luglio, arriva Gaetano Longhitano che trasferisce i tre rimasti nel bosco della Malabotta dove il cammino riprende sul crinale pieno di pale eoliche fino a Portella Mandrazzi dove i tre decidono di mettere la tenda in un bel prato di morbide felci.

23 luglio, discesa a Fondachelli Fantina con degustazione di cannoli straordinari alla nocciola! Salita infine sul crinale fino a poche decine di metri da Posto Leoni, non raggiunto a causa dell'eccessiva stanchezza di Hartmut, cena e... ottima dormita.

24 luglio, appena smontate le tende, fatte due o tre curve... i tre amici si sono trovati a Posto Leoni, una zona attrezzata del Corpo Forestale dove incontrano Angelo Mentire ed altri forestali.
Lavaggio di tutto, lavaggio dei corpi, comodità e acqua in abbondanza, pace e ospitalità, anche il caffè!



25 luglio l'obiettivo è Piano Margi, a trovare il vecchio amico Giovanni Ciulla, u pecuraru, amico mio dal famoso 2008, saliscendi infiniti e alla fine anche uno sbaglio... ma niente è per caso! Ci troviamo proprio di fronte al cancello della proprietà di Giovanni Ciulla!!!!
Ci abbracciamo, ci raccontiamo, ci ritroviamo finalmente! Giovanni è un mio amico, un amico VERO, meraviglioso avere amici come lui.
La sua modesta casa è a nostra disposizione, ci laviamo, pranziamo, conosciamo Gina la cavalla che lo segue ovunque insieme alla puledrina.
Passiamo la serata in pizzeria a Fiumedinisi, poco sotto di noi Nizza di Sicilia e il mare.






26 luglio, Giovanni ci accompagna fino al sentiero, sotto il monte Scuderi un'ultima foto e dopo un abbraccio si continua il nostro cammino verso Milazzo, verso gli amici che ci aspettano, verso il vero unico senso del nostro cammino: ADMO.



Siamo vicini a Dinnammare, bastava poco per arrivare al Vivaio Ziriò ma.... c'è sempre un imprevisto, un ricordo che ti fa credere di essere nel giusto e così... prendo per il Sentiero Girasi e dietro insistenza di Hartmut scendiamo in un torrente infinito, facciamo anche un bel bagno sotto una cascata e sfiniti arriviamo a Piano Gimello... Per fortuna c'è Tiziana Mendolia che ci riporta sulla retta via!!!
Vivaio Ziriò, camere, docce, cucina, frigorifero e i Boy Scouts.



Arrivano gli amici di ADMO: Anna Maria Bonanno, Chiara Stella Vetromile, Giorgio, Tiziana, i nostri amici Carmelo (Atti Pop), Angelo Allegra, Emanuele, Mimmo, Pippo, tanti altri... montiamo il gazebo, mangiamo insieme e facciamo anche una conferenza su ADMO ai ragazzi Boy Scouts che ci ascoltano emozionati.

Il giorno 27 lo passiamo a riposare.

28 luglio, arrivano in tanti e scendiamo a piedi fino a Scarcelli, Saponara, Rometta Marea, a casa di Tiziana dove la sua famiglia ci accoglie con amore.
La sera a Villa Agnese, vicino al castello di Milazzo una serata meravigliosa nel segno della comunicazione dei valori di ADMO, c'è il buffet, c'è la musica, si balla, si parla e si sta insieme come vecchi amici, si, siamo tutti vecchi amici ormai, siamo alla terza edizione del Mons Gibel, sotto un cielo che promette ancora sole, tanto sole e caldo, un caldo che non fa male perché ci scalda anche il cuore.




Lo stupendo scenario di Villa Agnese


A sera inoltrata Manfredi, Paola e Hartmut si sono magnificamente riposati nello stupendo Hotel Milazzo.




L’Hotel Milazzo è una nuova struttura 4 stelle sita all’ingresso di Milazzo in via Acqueviole e distante 1Km circa dal porto di Milazzo e dagli imbarchi per le Isole Eolie. L’area dello shopping, il centro commerciale ed il centro storico di Milazzo sono raggiungibili in pochi minuti. L’Hotel è ben equipaggiato, offre sevizio di Reception 24h, Bar, Ristorante ed è ben collegato al sistema viario utile a raggiungere tutte le località turistiche di maggiore interesse.